Sin dall’antichità l’uomo ha avuto l’esigenza di spostarsi e di trasportare merci senza troppa fatica e ha quindi usato carri trainati da animali. Egizi, Assiri, Babilonesi, Persiani, Greci, Romani tutti i popoli dell’antichità utilizzarono diversi mezzi di locomozione, ma erano considerati per lo più come strumento di guerra o come mezzo di trasporto e solo alcuni esemplari, riccamente decorati, erano utilizzati nelle parate e nelle cerimonie religiose. È necessario arrivare al XIV secolo per iniziare a parlare di carri eleganti, realizzati con la cassa posta direttamente sugli assi, che rappresentavano un oggetto di lusso, una comodità ad uso esclusivo delle famiglie nobili. I primi cocchi con la cassa sospesa al telaio furono realizzati in Ungheria nella cittadina di Kotcze, nella seconda metà del XV secolo e da qui si diffusero rapidamente in Germania e in Francia.
In Italia alcuni esemplari giunsero a Ferrara grazie al cardinale Ippolito d’Este e nacque così una tradizione di “mastri costruttori” che apportarono notevoli migliorie ai modelli ungheresi sia sul sistema di sospensione che sul gruppo dello sterzo.
Nel corso del 1600 si assiste al passaggio dal cocchio alla carrozza, infatti, vengono introdotti ulteriori miglioramenti che riguardano soprattutto l’impalcatura della cassa che acquisisce un’ossatura ed una pannellatura in legno per cui le vetture si possono dotare di finestrini e portiere e poi con la diffusione dello stile barocco si arricchiscono di ornamenti sfarzosi. La costruzione delle strade, in questo secolo, si va ampliando e ciò permette la realizzazione delle prime carrozze da viaggio che possono percorrere tragitti più lunghi. Nel 1662 compare in Francia il modello omnibus, una carrozza trainata da due o più cavalli, dotata di una struttura più lunga, capace di trasportare tra le 8 e le 10 persone. L’invenzione fu decisamente innovativa, ma ci vollero circa duecento anni affinché il mezzo diventasse di uso comune, ricomparendo a Parigi solo nel 1826. Rimasero però disponibili per il noleggio le piccole carioles calessi a due ruote che dalla Francia furono introdotte anche a Firenze. Da qui in poi la carrozza si diffonde rapidamente nel Vecchio Continente, dove raggiunge il suo apice, ed esemplari compaiono nelle Americhe e in altre parti del mondo. L’Italia, in particolare, detenne il primato nella produzione di cocchi e carrozze.
Sin dall’antichità l’uomo ha avuto l’esigenza di spostarsi e di trasportare merci senza troppa fatica e ha quindi usato carri trainati da animali. Egizi, Assiri, Babilonesi, Persiani, Greci, Romani tutti i popoli dell’antichità utilizzarono diversi mezzi di locomozione, ma erano considerati per lo più come strumento di guerra o come mezzo di trasporto e solo alcuni esemplari, riccamente decorati, erano utilizzati nelle parate e nelle cerimonie religiose. È necessario arrivare al XIV secolo per iniziare a parlare di carri eleganti, realizzati con la cassa posta direttamente sugli assi, che rappresentavano un oggetto di lusso, una comodità ad uso esclusivo delle famiglie nobili. I primi cocchi con la cassa sospesa al telaio furono realizzati in Ungheria nella cittadina di Kotcze, nella seconda metà del XV secolo e da qui si diffusero rapidamente in Germania e in Francia.
In Italia alcuni esemplari giunsero a Ferrara grazie al cardinale Ippolito d’Este e nacque così una tradizione di “mastri costruttori” che apportarono notevoli migliorie ai modelli ungheresi sia sul sistema di sospensione che sul gruppo dello sterzo.
Nel corso del 1600 si assiste al passaggio dal cocchio alla carrozza, infatti, vengono introdotti ulteriori miglioramenti che riguardano soprattutto l’impalcatura della cassa che acquisisce un’ossatura ed una pannellatura in legno per cui le vetture si possono dotare di finestrini e portiere e poi con la diffusione dello stile barocco si arricchiscono di ornamenti sfarzosi. La costruzione delle strade, in questo secolo, si va ampliando e ciò permette la realizzazione delle prime carrozze da viaggio che possono percorrere tragitti più lunghi. Nel 1662 compare in Francia il modello omnibus, una carrozza trainata da due o più cavalli, dotata di una struttura più lunga, capace di trasportare tra le 8 e le 10 persone. L’invenzione fu decisamente innovativa, ma ci vollero circa duecento anni affinché il mezzo diventasse di uso comune, ricomparendo a Parigi solo nel 1826.
Rimasero però disponibili per il noleggio le piccole carioles calessi a due ruote che dalla Francia furono introdotte anche a Firenze. Da qui in poi la carrozza si diffonde rapidamente nel Vecchio Continente, dove raggiunge il suo apice, ed esemplari compaiono nelle Americhe e in altre parti del mondo. L’Italia, in particolare, detenne il primato nella produzione di cocchi e carrozze.
Compaiono via via diversi modelli di carrozza: fiacres le prime carrozze pubbliche, cabriolet carrozza decappottabile, landau carrozza completamente aperta, berlina carrozza chiusa a quattro posti con finestrini a vetri, tilbury carrozza leggera a due ruote. Nel 1700, durante i regni di Luigi XV e Luigi XVI, si raggiunse il massimo dello splendore decorativo e della leggerezza della struttura con il modello coupé, una carrozza così chiamata perché era tagliata davanti a partire dallo sportello. Alla fine del XVIII secolo i mezzi in circolazione nei centri urbani erano così numerosi che fu necessario regolamentare le corse.
Fino ai primi decenni dell’Ottocento è tutto un fiorire di mezzi trainati da cavalli ai quali si aggiungono altre migliorie come le molle ellittiche, il freno anteriore e posteriore, i fanali fissi a petrolio e le ruote con il rivestimento in gomma. Nella metà del secolo XIX la carrozza si diffuse largamente anche nella borghesia diventando un importante mezzo di trasporto pubblico. Poi quando iniziano i primi esperimenti che porteranno alla nascita dei veicoli di trasporto a motore, si assiste al lento ma inesorabile declino dell’utilizzo delle carrozze fino alla loro scomparsa.