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CENNI STORICI

Ubicato sulle propaggini settentrionali del massiccio dell’Aspromonte, Cosoleto si offre al visitatore in una suggestiva cornice panoramica, immerso fra gli uliveti, in una posizione dominante su tutta la Piana di Gioia Tauro. Il paese è composto da un nucleo centrale, ricostruito dopo il terremoto del 5 febbraio 1783 e dalle due frazioni di Sitizano e di Acquaro.

Cosoleto ha un territorio molto vasto che comprende vari ettari boschivi di faggi, lecci, abeti e pini larici ma sono soprattutto gli uliveti, che ricoprono i pendii collinari, a costituire la vera ricchezza del borgo grazie all’olivicoltura che rappresenta un’importante fonte di sostentamento per i suoi abitanti. Dai magnifici ulivi secolari che producono le varietà autoctone Sinopolese e Ottobratico si ricava infatti, un ottimo olio. Cosoleto, con le sue bellezze paesaggistiche, è uno dei 37 comuni facenti parte del Parco Nazionale dell’Aspromonte istituito nel 1994 che, con i suoi 67.000 ettari, rappresenta la propaggine orografica più a sud dell’Italia.

Le origini di Cosoleto sono ancora oggi assai incerte. La sua fondazione potrebbe risalire all’esodo degli abitanti di Metauria e Taureana che, intorno all’anno Mille, vi si rifugiarono in seguito alle scorrerie saracene. Nel 1270 Cosoleto è sotto la baronia di Lamberto Malaino fino alla rivolta dei nobili del 1464, poi nel 1467 Re Ferrante I d’Aragona concesse il paese a Valentino Claver e alla sua famiglia. Il feudo passò quindi agli Spinelli per arrivare, nel 1566, ai Ruffo di Scilla che lo detennero fino al 1639 quando fu trasferito ai nobili reggini dei Francoperta e, infine, alla famiglia Tranfo, ultimi feudatari prima dell’eversione del 1806. Una presenza importante nella storia di Cosoleto, soprattutto in quella della frazione di Sitizano, è rappresentata dalla famiglia Taccone che l’acquisì come feudo nel lontano 1648 dai Conti Spinelli, assumendo così il titolo di Marchesi di Sitizano. Ancora oggi è consuetudine degli eredi della nobile famiglia trascorrere dei periodi nella dimora storica, un palazzo che con la sua presenza caratterizza l’intera frazione.

Il 5 febbraio 1783 è una data che rimane scolpita nella storia di Cosoleto, Acquaro e Sitizano. È il giorno del “grande flagello”, il terremoto che devasta gran parte del reggino e che non lascia scampo nemmeno a Cosoleto. Vengono rasi al suolo il castello, di cui oggi resta solo qualche muro, il monastero e la chiesa di San Nicolò. L’abitato fu ricostruito poco lontano, in un luogo più sicuro in cima ad una collina, dove ancora oggi si trova.

Contatti

Email: info@museodellecarrozzecosoleto.it
Telefono: 0966/962003

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